La svolta del ministero: “Via alla terza dose per tutti gli over 60”

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La terza dose del vaccino Pfizer sarà offerta anche a tutti gli over 60 e ai fragili di ogni età che hanno ricevuto due somministrazioni. Una nuova circolare del ministero alla Salute fa entrare il nostro Paese in nuova fase della campagna vaccinale. Giovedì era stato chiesto ad Aifa il parere sull’allargamento e dall’agenzia del farmaco è arrivato il via libera.
La svolta giunge dopo la presa di posizione dell’Ema, l’agenzia europea, che aveva appunto concesso agli Stati di utilizzare Pfizer anche come terza dose. Nei prossimi giorni dovrebbe arrivare un provvedimento simile su Moderna. L’Italia intanto parte con il primo vaccino.
La terza dose per gli over 60 è considerata un “booster”, cioè un potenziamento del ciclo vaccinale già completato e deve essere fatta almeno 6 mesi dopo la seconda. Si tratta delle stesse indicazioni adottate per gli over 80 e il personale sanitario, cioè due categorie di cittadini che hanno già iniziato o stanno per iniziare le nuove somministrazioni (la terza è quella delle persone immunodepresse).

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Scendere con l’età vuol dire coinvolgere oltre 11 milioni di sessantenni e settantenni che sono già stati vaccinati nei mesi scorsi. Probabilmente sarà necessario riaprire alcuni degli hub chiusi in queste settimane per portare in fondo l’operazione, che dovrebbe iniziare non prima di novembre o addirittura dicembre. La gran parte degli italiani vaccinati hanno infatti ricevuto la seconda dose a partire da maggio-giugno, quindi per molte persone i sei mesi saranno passati solo a fine anno se non dopo, cioè nella prima parte del 2022. Sul fronte delle dosi non ci sono problemi. In questo momento nei frigoriferi delle Regioni ce ne sono tantissime, circa 14 milioni, perché ultimamente la campagna ha rallentato, via via che la copertura si avvicinava all’80%. Tra chi aveva chiesto di partire con le terze dosi agli over 60 c’era anche il commissario straordinario per l’emergenza, generale Francesco Figliuolo, che non ha mai gradito la permanenza in magazzino di troppe scorte.

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L’Italia ha avviato la campagna della nuova somministrazione a fragili, anziani e operatori sanitari il 25 settembre, cioè poco prima che sul punto si esprimesse l’Ema. L’agenzia del farmaco europea ha infatti preso posizione la settimana scorsa sostenendo che, fragili a parte, per tutti gli altri devono essere i vari Paesi a indicare le classi di età e le priorità di vaccinazione, basta che si tratti di persone maggiorenni. Il problema è che Ema si è espressa soltanto sulla terza dose con Pfizer e non con Moderna, che in Italia è stato somministrato a 1 milione e 100mila sessantenni e settantenni.

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Come detto la quesitone dovrebbe essere risolta nei prossimi giorni. Ieri Gianni Rezza del ministero alla Salute, Silvio Brusaferro dell’Istituto superiore di sanità, Franco Locatelli del Consiglio superiore di sanità e Nicola Magrini di Aifa hanno spiegato che anche i fragili (che soffrono di patologie come scompenso cardiaco, sclerosi multipla, cirrosi e obesità) e gli over 60, come le altre categorie già coinvolte nell’operazione terza dose, hanno «un aumentato rischio di sviluppare forme gravi di Covid».

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