Il sindaco Sala annuncia la sua squadra durante una conferenza stampa da Palazzo Marino: “Penso sia una giunta equilibrata”. “C’è equilibrio tra le forze politiche a mio sostegno: sei assessori del pd, due della lista Beppe Sala sindaco, due riformisti, uno Verdi e due tecnici”. “La prima giunta si terrà già mercoledì per partire a spron battuto”. La velocità è il filo conduttore della sua conferenza stampa: giunta a tempi record.
“Martedì volerò a Roma per fare il giro dei ministeri per il Recovery. Perchè, spiega, “chiederò che il governo faccia la sua parte, con la velocità nell’assegnazione di questi fondi. La prima cosa da fare è fare chiarezza per cosa potrà rappresentare il Pnrr per Milano per i prossimi 5 anni”. Infine, la convocazione della prima Giunta, già fissata per mercoledì. “Velocità”, dunque, pare essere lo slogan del Sala bis.
Qualche fibrillazione, nei cinque giorni in cui è maturata la Giunta, c’è stata. A cominciare dal caso di Mr preferenze, Pierfrancesco Maran. Che alla fine ha accettato di rientrare in giunta occupandosi principalmente della Casa e il piano quartieri. Uno dei nodi principali da sciogliere ha riguardato la competenza sull’Urbanistica che proprio Maran ha dovuto cedere. Il nuovo assessore alla rigenerazione urbana è a Giancarlo Tancredi, un dirigente del Comune.
Lo schema è quello di dodici assessori, la metà donne. E si ritorna ai pesi interni alla coalizione che – è stato un altro punto di attrito – il Pd ha difeso: sei caselle saranno occupate da candidati dem, due dalla civica di Sala, una dai Riformisti, una dai Verdi, con due jolly del sindaco.
La vice è ancora Anna Scavuzzo, che non si occuperà più di Sicurezza e tornerà a seguire l’istruzione. L’erede di Roberto Tasca al Bilancio, invece, è Emmanuel Conte, il capolista della lista del sindaco ed ex presidente proprio della commissione Bilancio. E poi la Cultura, con uno “straniero” che, in realtà, è uno di casa a queste latitudini: Tommaso Sacchi infatti, arriva da Firenze, dove svolge lo stesso ruolo nella giunta di Dario Nardella (i due tra l’altro in queste ore sono insieme in missione all’Expo di Dubai), ma è milanese e all’assessorato alla Cultura aveva già lavorato ai tempi di Stefano Boeri.
La seconda capolista di Sala, Martina Riva, a Giovani, Sport e Turismo un’altra dem. Gaia Romani (Pd) probabilmente sarà chiamata a seguire Servizi civici. Alla verde Elena Grandi Ambiente e verde. Per i Riformisti la renziana Alessia Cappello ha vinto il derby interno con Giulia Pastorella di Azione: sarà lei, la coordinatrice milanese di Italia Viva, a occuparsi di Lavoro.
E poi le sorprese dell’ultimo minuto: l’ex assessore alla Mobilità Marco Granelli riesce a spuntarla e rientra in squadra come responsabile della Sicurezza, una delega che aveva avuto con Giuliano Pisapia. Ancora in casa Pd, Arianna Censi diventa assessora alla Mobilità.
Sala ha parlato a lungo con i giornalisti toccando molti temi di politica. “Avevo chiesto al Pd una lista di nomi non chiusi – spiega – ‘non chiusi’ nel senso di non immaginare questo di qua questo di là perché questo è un esercizio che volevo fare io”. “Non ho ritenuto di privarmi della capacità di Granelli e Maran – ha sottolineato – ma è stata solo una scelta mia”. “L’altra volta – spiega – l’accusa era stata di aver fatto un monocolore Pd, oggi forse il Partito democratico è anche sotto rappresentato rispetto al risultato che è stato significativo”.
“Alcuni assessorati sono più delicati – argomenta, incalzato dalle domande – quello all’Urbanistica ad esempio: siamo nella fortunata situazione di avere grandi interessi immobiliari, e noi li vogliamo stimolare. A Granelli viene affidato un compito delicato. E chiaro che i crimini sono in diminuzione, ma siano usciti dalla pandemia un po’ agitati, quindi io ho tanti stimoli dai cittadini”.
“Anche solo assumere 500 vigili – ha aggiunto – è un’operazione mai fatta, e per questo ha un suo livello di delicatezza. A Elena Grandi chiedo di lavorare con decisione, ma essendo vicino alla famiglia dei Verdi europei, credo che ci sia aspettativa globale di fare un passo avanti rispetto alla trasformazione ecologica”.
“Io se sogno una cosa – conclude – chiedo alla Regione di trovare una formula giusta sulle case popolari. A tal proposito, i fondi Pnrr saranno una grande opportunità sull’edilizia popolare”.