Assalto No Pass, la regia neofascista: Fiore e Castellino guidano l’attacco alla Cgil

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I tricolori ma anche le bandiere “indipendentiste” con il leone di San Marco, i saluti romani e le croci celtiche. Ma anche un cartello con scritto “Sandro Pertini è il mio presidente”. Gli ultrà neri di Roma, Lazio e Verona mobilitati dai loro leader. E però nella stessa piazza, sul lato opposto rispetto al palco, anche manifestanti vicini a frange di sinistra extraparlamentare, oltre alla solita galassia negazionista, No Vax, No-Tutto. Confluiti a Roma, entravano in piazza quelli che in teoria dovrebbero essere i più tranquilli e che già in altre occasioni non lo sono stati per niente: i ristoratori di “Io apro”, quelli del “Jack Angeli” italiano, al secolo Hermes Ferrari, da Scandiano. 

Una piazza marchiata dall’estrema destra, sì, ma che schiumava feroce rabbia No Green Pass in declinazioni diverse. L’ultradestra di Forza Nuova, CasaPound, Veneto Fronte Skinhead, Area, l’ha monopolizzata e l’ha aizzata (foto e filmati mostrano chiaramente i leader di Forza Nuova Roberto Fiore e Giuliano Castellino alla testa di quei manifestanti che si sono staccati dal corteo per dare l’assalto alla sede della Cgil). E lo ha fatto con un obiettivo preciso: strumentalizzare la rabbia sociale e infilarsi nel varco della confusione post elettorale che regna nel centrodestra a una settimana dalla data cruciale del 15 ottobre, quando il Green Pass sarà obbligatorio. Da qui, la mobilitazione inattesa e violenta che ha colto di sorpresa la polizia. Perché 10mila, adesso, non se li aspettava nessuno: men che meno gli organizzatori. 

No Green Pass a Roma, la sede della Cgil devastata: i neofascisti Fiore e Castellino guidano l’assalto

Ci sono i leader neofascisti Roberto Fiore e Giuliano Castellino a guidare l’assalto alla sede Cgil nel corso della manifestazione No Green Pass a Roma. “Un atto di squadrismo”, lo ha definito il segretario della Cgil Maurizio Landini. Il corteo non autorizzato era passato attraverso Villa Borghese, sfondando in largo Brasile un cordone di Polizia e Guardia di Finanza. I manifestanti hanno poi assediato il palazzo della Cgil irrompendo nei locali e devastandoli: tapparelle divelte, portoni aperti e la sirena ininterrotta dell’allarme. Il nome di Giuliano Castellino figura anche tra quelli dei 4 fermati nel corso degli scontri con la polizia: era sotto regime di sorveglianza speciale e ha violato numerose prescrizioni.
 

Ma torniamo alla piazza. Ecco l’avvocato Carlo Taormina in sintonia con Castellino, sorvegliato speciale e pluri-daspato, eppure lì ad arringare la folla contro il “nuovo ordine mondiale”, la “tirannia tecno-sanitaria”. Giù addosso a Draghi, Zaia, la Cgil. Ecco il messaggio fatto pervenire da monsignor Carlo Maria Viganò, sostenitore della teoria del Great Reset che avrebbe lo scopo a di ridurre l’umanità in una sorta di dittatura sanitaria. “La pandemia è stata causata da Dio per punire peccati individuali e sociali”, è la tesi del filo-lefebvriano Viganò. Applausi. Poi il coro: “Libertà! Libertà!”. E il ringhio: “Assassini! Assassini!”. 

No Green pass e scontri a Roma, invasa sede Cgil. Solidarietà di Mattarella. Draghi: “Sindacato presidio democratico”. Lamorgese; “Violenta carica eversiva”. Landini: “Squadrismo fascista”.

di

Laura Mari

09 Ottobre 2021



In un’adunata che per loro è diventata da mesi una specie di “sabato fascista” sono rispuntati vecchi arnesi del neofascismo romano: Giuseppe Meloni, detto Pinuccio la Rana, ex capo dei Boys della curva sud romanista ed ex consigliere di municipalità dell’Msi: fu tra i protagonisti, nel ’94, della guerriglia allo stadio di Brescia culminata con l’accoltellamento del vicequestore Giovanni Selmin. La Rana aspetta che risuonino le note di Mameli e tende braccio e mano destra verso la folla. Ad applaudire si è rivisto Andrea Insabato, ex Terza Posizione, già vicino a Forza Nuova e Militia Christi, condannato in primo grado a 12 anni per il maldestro attentato alla redazione del Manifesto (22 dicembre 2000): oggi è attivo sui social col nickname “Andrea Rinascita”. 

Zaia: “Green Pass, cambiare il decreto o a migliaia perderanno il lavoro”

di

Concetto Vecchio

08 Ottobre 2021



Corsi e ricorsi. E un copione già scritto. Appena un mese fa la polizia perquisì le case di Castellino e di altri dirigenti di FN trovando bastoni, fumogeni e striscioni No Pass. Ieri, dopo la scia di scontri dell’anno scorso, quando ancora era in carica il governo Conte – lì le proteste riguardavano i lockdown – , sono tornati in azione: camionette delle forze dell’ordine assaltate, bombe carta, cariche per sfondare i cordoni di polizia e carabinieri, occupazione della Cgil. Così violenti, mai. Era il 6 giugno 2020. Ultrà fascisti giunti a Roma da tutta Italia diedero vita alla prima manifestazione politica (contro un governo) nella storia del tifo organizzato. Scontri con le “guardie” e cariche contro i giornalisti. C’erano, allora come ieri, il solito Castellino e il suo collega di partito, il quasi omonimo Luca Castellini, il “Gran Caste” che inneggia a Hitler, pluripregiudicato e pluridaspato, leader della curva Sud del Verona. 

No a deroghe sul Green Pass, Palazzo Chigi conferma la linea della fermezza

di

Tommaso Ciriaco

09 Ottobre 2021



Che ci azzeccano i violenti degli stadi con il magistrato no vax Angelo Giorgianni? C’era anche lui in piazza del Popolo. Osannato in quanto autore del libro Strage di Stato. Le verità nascoste del Covid 19: una specie di manifesto per negazionisti e complottisti. Quelli che ritengono i vaccini “fogna d’acqua”, che sostenevano che le bare sui camion a Bergamo fossero una messinscena. Così, dopo il break delle amministrative, si è arrivati alla bolgia di ieri. Mentre le Regioni lanciavano l’allarme sul caos che si potrebbe creare il 15 ottobre con l’entrata in vigore del Green Pass, la nuova piazza nera lanciava bulloni e bottiglie contro i celerini. “Stasera ci prendiamo Roma”. È il grido di Castellino prima che i manifestanti si dirigano verso Palazzo Chigi. In testa al corteo gli stessi che a maggio hanno sfilato a Ponte Milvio con le magliette “fascismo secolo XXI”. Allora erano un centinaio o poco più. A questo giro sono riusciti a tirare su diecimila persone.

Roma, scontri al corteo no Green Pass: la polizia aziona gli idranti per disperdere la folla

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