Il giorno dopo la “vittoria trionfale”, come l’ha definita lui stesso, ai ballottaggi delle elezioni comunali, Enrico Letta analizza il voto, ci scherza su e riconosce che “il meccanismo del doppio turno e quello di una coalizione larga hanno funzionato. Ci lavoro da tempo, ci si può incontrare, capire e fare convergenze. Siamo solo all’inizio ma ci lavoreremo”. Come inizio sembra comunque buono. Il centrosinistra al ballottaggio ha conquistato le altre due grandi città al voto: Roma, Torino. Che si aggiungono alle altre tre conquistate al primo turno, Milano, Napoli e Bologna. “Voi ci scherzate, ma non sono felicissimo, abbiamo vinto troppo, e quando si vince troppo poi succede qualche casino, adesso sarà un guaio”, dice sorridendo il segretario del Pd.
A Roma “Roberto Gualtieri ha raddoppiato i voti assoluti. Questo vuol dire che ha preso tanti voti che al primo turno erano andati a Raggi e Calenda”, osserva Letta. La coalizione larga tra Pd, Calenda e Movimento 5 stelle dimostra che “siamo per le sfide impossibili, questo è il nostro mantra. Mission impossible, come Tom Cruise”. E su questo arriva subito la risposta del leader di Azione: “La lettura di queste ore del Pd ‘si vince mettendo tutto insieme da Conte a Calenda’ non mi convince affatto. Il dato di queste elezioni è la scomparsa politica del M5S e la sconfitta della destra sovranista. Occorre rompere le alleanze con le forze anti sistema – scrive su Twitter Carlo Calenda – Serve una legge elettorale proporzionale con sbarramento alto. Un sistema che probabilmente aiuterebbe anche a recuperare una parte dell’astensionismo”. E aggiunge: “Attenzione Enrico Letta la sconfitta di sovranisti e populisti risulterà vana se continuerete a dare ossigeno ai 5S e a non capire che la frattura oggi è tra elettorato responsabile, democratico ed europeista e chi cavalca disagio e paure. A destra e a sinistra”.
Ma Letta, per il momento, non vuole commentare la crisi nel M5S, “non metto il naso in casa altrui. Ognuno ha i suoi problemi. Guardo a casa mia, dove ho una lunga esperienza”. Ma ammette però che c’è un problema che va affrontato: l’astensionismo. “E il secondo problema è che che abbiamo eletto tutti sindaci uomini. C’è un maschilismo di fondo nella politica che è lo specchio della nostra società di cui dobbiamo farci carico. La più bella soddisfazione dei giorni scorsi è stata quando su spinta di Chiara Gribaudo abbiamo approvato la legge sulla parità salariale, ma è incredibile che siamo dovuti arrivare a una legge” di questo genere.
l’analisi
Ballottaggi, il centrosinistra si prende le città. Disfatta della destra
di
Concetto Vecchio
18 Ottobre 2021
Per Letta l’emozione è doppia. Oltre alla vittoria del centrosinistra alle Comunali “oggi è il mio primo, o meglio il mio secondo giorno di scuola, perché torno in Parlamento dopo molti anni”, dice il segretario del Pd a Rai Radio 1. Intanto, il segretario dem durante la segreteria nazionale del Partito democratico ha fatto sapere che il Pd riunirà la Direzione nazionale, la prima in presenza da un anno e mezzo, martedì 26 ottobre.
Poi parla di legge di bilancio dicendo che “abbiamo molto lavoro da fare. In segreteria abbiamo messo a punto proposte su salute, istruzione e lavoro. Il lavoro è la priorità. In manovra ci deve essere una riduzione delle tasse sul lavoro”.
All’indomani del voto arriva anche il commento del dem Goffredo Bettini. Che parlando delle prospettive di governo osserva: “Io mi attengo molto all’obiettivo che il segretario ha dato al Pd, sostenere Draghi lealmente fino al 2023 – spiega il dirigente dem – La conclusione della legislatura sarebbe un fatto positivo, Draghi sta lavorando bene e il Pd si trova a casa propria. Però con l’atteggiamento della Lega e con l’opposizione dura, fuori le righe, della Meloni, io non so quanto poi questa nostra volontà di sostenere fino al 2023 il governo sia realistica. Ci dobbiamo preparare a qualsiasi tipo di scenario”. E ancora. “Su Draghi non mi permetto di dire niente, se va al Quirinale o no. Ma attenzione perché noi di Draghi abbiamo bisogno, qualsiasi ruolo egli ricopra. Non vorrei che si svesta l’altare del Quirinale e anche quello del governo e abbiamo perso Draghi”, dice Bettini a Radio24.