Centrodestra, Salvini all’opposizione su Pass e quota 100. E attacca Meloni

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MILANO – Sul Green Pass e su Quota 100 Matteo Salvini sceglie di seguire il copione di sempre: lotta e governo allo stesso tempo, anche a costo di andare – ancora – contro Mario Draghi e gli altri partiti. Ospite di Bruno Vespa a Porta a porta il leader della Lega parla del presente e del futuro, delle battaglie dei prossimi mesi. Sul lasciapassare accettato tra mille difficoltà, Salvini continua a contestare la filosofia di fondo: “Come strumento di limitazione al lavoro esiste solo in Italia, o stanno sbagliando tutti gli altri Paesi o c’è un eccesso in italia. Noi cerchiamo di aiutare i milioni di lavoratori che non ce l’hanno ad andare a lavorare lo stesso, allungando la durata del tampone ed estendendo l’utilizzo di tamponi rapidi e gratuiti”. E poi c’è un tema chiave della prossima finanziaria. Per Salvini quota 100 è intoccabile, né quota 102 né quota 104 sono compromessi accettabili. Su questo argomento c’è una convergenza con la Cgil di Maurizio Landini, rivendicata dal leader del Carroccio. Due argomenti che finiranno per aumentare le tensioni all’interno della strana maggioranza.

Centrodestra, spunta un audio di Salvini: “Da Fdi troppe rotture di co…per mettere in difficoltà la Lega”

21 Ottobre 2021

L’altro fronte che però il segretario della Lega ha davanti è quello interno alla coalizione. Mesi e mesi di smentite ai retroscena e alle cronache dei giornali che raccontavano una crescente insofferenza, condite di photo opportunity con abbracci e sorrisi forzati, poi basta un audio rubato durante una riunione coi suoi parlamentari, pubblicato sul sito del Foglio, ed ecco la sua vera verità: “C’è modo e modo di stare all’opposizione – le parole del “Capitano” riferendosi agli alleati di Fratelli d’Italia – Si può concordare una quota comprensibile di rottura di coglioni dall’opposizione, che però vada a minare il campo Pd e 5 Stelle e non sia fatta scientemente, come è accaduto negli ultimi mesi, per mettere in difficoltà la Lega e il centrodestra”. Lo stato dei rapporti tra i due partiti principali del centrodestra è quello che è: pessimo. Il Carroccio che lo scorso inverno ha deciso di andare al governo con Mario Draghi sta pagando pesantemente, a livello elettorale, la propria scelta; quei consensi se li sta “rubando” Giorgia Meloni, rimasta unica opposizione e ricoprendo il ruolo con una certa malizia. Ovvero perseguendo il disegno di questo travaso di voti dentro l’area sovranista, picchiando forte dove la Lega imbrigliata dal governo non può. Un obiettivo perseguito “scientemente”, secondo il Salvini sincero. Quello abituato a navigare nel teatrino della politica, invece, abbozza: “Non ci faranno litigare – dice sempre seduto al salotto di Vespa – Posso far vedere i messaggi WhatsApp in cui io e Giorgia ridiamo e scherziamo”. Il problema però non è tanto quel che si dicono fra loro i due, ma ciò che avviene alle rispettive spalle. Le amministrative hanno confermato l’ascesa di FdI ai danni della Lega. Una gara che però, alla fine, non ha portato bene alla coalizione minata da una anomalia di fondo: stare insieme, ma separati al governo. Anomalia destinata a durare a lungo, probabilmente fino al 2023. Salvini infatti non può sganciarsi dal governo a causa del peso interno dei filo-draghiani come Giancarlo Giorgetti, Silvio Berlusconi non ha alcuna intenzione di farlo, Meloni invece non ha alcuna intenzione di entrarci.

“La manovra di bilancio sarà l’esempio della collaborazione che il centrodestra deve trovare su temi come pensioni e tasse”, è la ripromessa pubblica. Poi ci sarà la partita del Quirinale e su quello il segretario della Lega, che pure aveva dato un sì di massima alla possibilità di votare il Cavaliere, apre su Draghi: “Circa 450 elettori sono di centrodestra, se ci sarà una proposta di centrodestra la sosterremo. Se il premier riterrà di fare questo passo valuteremo”.

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