Trieste, presidio con i fiori al posto della manifestazione No Pass

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TRIESTE – “Buona resistenza”. Alla fine chi è venuto qui lo stesso, come le due signore con i capelli bianchi che alle sei della sera abbandonano Piazza Unità d’Italia, lo ha fatto con i fiori in mano. Rose bianche in mano, ma anche tanti girasoli, fiori persino nei cartelli che invocano il rispetto della Costituzione.

Dei 20.000 manifestanti, con le temute frange di estremisti o black bloc in arrivo da altre parti d’Italia o dall’estero, a Piazza Unità d’Italia nemmeno l’ombra.  Sembra più un raduno di figli di fiori che un presidio No Vax o No Green Pass. Giocano a scacchi, suonano la chitarra, pregano a gambe incrociate, stanno stesi per terra insieme ai loro bambini che disegnano con i gessetti colorati per terra. Ci sono più cartelli con frasi di Gandhi che slogan contro la “dittatura sanitaria” o il Green Pass.

Un imponente schieramento di polizia e carabinieri sta a guardia dei palazzi delle istituzioni e controlla che, all’improvviso, il presidio di canti e preghiere non si trasformi in qualcosa d’altro. Perchè – a detta delle forze dell’ordine – i possibili gruppi di disturbo sono in città, almeno 300 persone tra cui esponenti di CasaPound e anarchici. Per tutta la notte Trieste è stata cinta d’assedio dalle forze dell’ordine che hanno presidiato tutte le vie di accesso alla città. Circa 1500 le persone identificate, 12 i fogli di via obbligatori di cui 8 nei confronti di esponenti di CasaPound provenienti da varie città italiane, 2 di anarchici arrivati da Trento e altri 2 a carico di estremisti di destra arrivati in treno ( uno di loro aveva una maschera antigas, un coltello, un cacciavite, una bomboletta spray e un caschetto). Secondo la questura erano pronti ad  entrare in azione, nascondendosi nella massa, se il presidio di poche centinaia di persone si fosse improvvisamente gonfiato.  Quelli del Comitato 15 ottobre, che avevano indetto la manifestazione poi annullata giovedi pomeriggio nel timore che si rivelasse una “trappola” – come ha detto quello che è ormai divenuto il leader della protesta, Stefano Puzzer, temevano invece che a scatenare disordini e a far ricadere la colpa su di loro potessero essere agenti infiltrati delle forze dell’ordine.

Neanche i portuali si sono visti a Piazza Unità d’Italia. Arriveranno probabilmente domattina per quel presidio richiesto da Puzzer contemporaneamente all’incontro di una delegazione di anifestanti con il ministro dell’Agricoltura Patuanelli.

Qualche malumore tra gli operatori economici per le due navi da crociera della Costa che oggi e domani avrebbero dovuto sbarcare in città migliaia di turisti a cui è stato consigliato di cambiare itinerario. Musei e biblioteche sono rimasti chiusi per sicurezza.

I pochi manifestanti che hanno trascorso la notte in piazza Unità a ridosso del palazzo della Regione, dove hanno trovato riparo dalla pioggia e dal freddo, questa mattina, su invito della questura, hanno smobilitato le masserizie che avevano accumulato in questi giorni di protesta, come sedie da campeggio, un divano, carrelli della spesa e generi alimentari. Secondo quanto si apprende, anche sulla scorta della revoca delle manifestazioni previste per oggi e domani, la Questura li avrebbe invitati a liberare la piazza. Invito che sembra essere raccolto. L’operazione dei manifestanti non preluderebbe a uno sgombero definitivo e alla fine delle proteste.

Le manifestazioni di oggi e domani sono state ufficialmente revocate dal Comitato 15 ottobre dopo che gruppi numerosi di “ignoti” arrivati da fuori città e dall’estero sono stati intercettati già nel primo pomeriggio di ieri dalle “sentinelle” degli organizzatori della protesta alla quale erano annunciate ventimila persone. E il timore di non riuscire a gestire la manifestazione e di trasformare la città in teatro di nuovi violenti scontri fomentati da gruppi estremisti infiltrati o da black bloc alla fine ha indotto gli organizzatori ad annullare il corteo che avrebbe dovuto partire oggi alle 14 per confluire a piazza Unità d’Italia da giorni ormai palcoscenico permanente di gruppi di diversa estrazione uniti nell’opposizione al Green Pass. A cominciare dai portuali che però dopo gli scontri con la polizia e lo sgombero di forza di lunedi mattina hanno preferito fare un passo laterale.

Ieri, però, è stato il loro ormai ex portavoce Stefano Puzzer a lanciare l’appello sui social: “Fidatevi di me, rimanete a casa, non venite a Trieste, è una trappola”.

Poco dopo, una nota ufficiale del Comitato 15 ottobre ha spiegato: “Abbiamo ricevuto ripetute, verificate e preoccupanti segnalazioni riguardanti l’arrivo in città di persone e gruppi a noi ignoti, anche da altre nazioni europee, determinati a commettere atti di violenza in un contesto che potrebbe prestarsi al riproporsi di una nuova strategia della tensione e degli opposti estremismi. L’annullamento della manifestazione è stato deciso anche per far sì che non venga compromesso in alcun modo l’incontro di sabato con la delegazione governativa”.

E poi la dissociazione preventiva: “Per quanto riguarda le persone che ugualmente convergeranno a Trieste spontaneamente il Coordinamento tiene a ribadire il nostro impgno per far sì che tutto si svolga in modo pacifico. Ci dissociamo fin d’ora, con forza, da qualsiasi episodio violento dovesse accadere, confidiamo nella capacità di tutte le forze dell’ordine di saper isolare gli elementi pericolosi”.

Imponente già da ieri lo schieramento delle forze dell’ordine, fin dalle strade di accesso alla città per i controlli di chi entra. Il prefetto ha ribadito che, annullate le manifestazioni che erano state autorizzate, qualsiasi altra forma di protesta è da ritenersi illegittima. Come dire che il servizio di sicurezza interverrà al primo segnale di manifestazione non autorizzata.   

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