Pensioni, Cgil: “Quota 102/104 inutile, solo 10 mila interessati”. Salvini: “Ho scritto a Draghi: no a interventi a gamba tesa”

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ROMA – Quota 102 con almeno 64 anni di età e Quota 104 nel 2023 con almeno 66 anni di età è una misura sostanzialmente “inutile” che porterebbe a poco più di 10 mila uscite pensionistiche anticipate: 10.448 per l’esattezza. Lo rivela l’osservatorio previdenza della Cgil in uno studio. La stima è ricavata proiettando nel prossimo biennio i dati relativi a chi ha usufruito finora di Quota 100 – l’anticipo pensionistico a 62 anni e 38 di contributi – e assumendo i vincoli anagrafici previsti dalla nuova norma, come ipotizzata in questi giorni: 64 e 66 anni. Per la Cgil, sarebbero 8.524 le persone coinvolte nel 2022 e 1.924 nel 2023, visto che molti dei soggetti che potrebbero perfezionare Quota 102 nel 2022 e Quota 104 nel 2023 hanno già il maturato il requisito di Quota 100 al 31 dicembre 2021.

Nel frattempo il presidente di Confindustria Carlo Bonomi torna a tuonare contro Quota 100: “Non ci è mai piaciuta, perché sapevamo che non avrebbe mai raggiunto i fini che si prefiggeva. Ci era stato detto che per ogni persona che andava in pensione ne sarebbero state assunte tre: i dati dell’Istat ci dicono 0,4, cioè che non c’è stato l’effetto sostitutivo. Una misura che ci costa tanto – 12 miliardi fino al 2028 – e non ha raggiunto gli obiettivi. E poi abbiamo 9 sistemi di prepensionamento, credo che siano già abbastanza. Al massimo si può fare una riorganizzazione dei lavori usuranti”.

Il leader della Lega Matteo Salvini difende però la sua creatura, Quota 100. E incalza il governo: “A me non interessa la forma ma la sostanza, ho scritto al presidente Draghi: sarebbe un errore rifinanziare il Reddito di cittadinanza e tagliare le pensioni. Sono a disposizione per incontrarlo quando vuole anche domani. Intervenire a gamba tesa non aiuta il Paese”. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando (Pd) prova a mediare: “Quota 100 è una risposta sbagliata ad un problema reale, va corretta l’impostazione, servono strumenti differenziati per aspettative di vita e conseguenze lavorative diverse, non è la stessa cosa fare l’impiegato e il muratore”.

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