ROMA. Nella serata delle occasioni perse, Mourinho ha lasciato per strada la calma, Spalletti il primato solitario per condividerlo col Milan. Senza lo straccio di un gol, e al Napoli non succedeva da 34 partite, l’Olimpico ha però saputo raccontare un pomeriggio di passione e sentimenti estremi. E forse prima ancora della partita l’immagine che riempie la serata è il ribaltamento storico del destino dei due allenatori, rispetto alle loro “vite” precedenti. José, il nemico che alla Roma tolse 11 anni fa l’ultima chance di vincere lo scudetto, applaudito dallo stadio intero mentre si mimetizzava dietro la panchina dopo essere stato espulso per una protesta scomposta da secondo giallo. Spalletti, l’eroe di una volta, con la mano alzata verso quei tifosi che ingrati lo fischiavano e insultavano (“Cercavano me, volevo dire: sono io”), finché proprio Mourinho non li ha invitati a piantarla. Lui sa, dai tempi di un Chelsea-United, cosa voglia dire diventare bersaglio della tifoseria che più ti ha amato.
Certo, in campo c’è stato molto altro. “Non è stato uno 0-0 che lascia il pubblico scontento”, per Mou. Il Napoli ha tenuto più la palla, l’occasione di vincere anche a Roma l’ha sbattuta contro il palo Osimhen, trascinandosi dietro mezza difesa romanista. L’unico, vero momento in cui la storia sarebbe potuta cambiare. Più che del gol mancato, Spalletti ha dovuto lamentarsi dell’assurda espulsione a partita finita per aver fatto i complimenti (sinceri) all’arbitro Massa: “Ero andato a dirgli che era stato bravo”. In campo – dev’essere destino – aveva battibeccato solo con il capitano romanista, Pellegrini: “Stai sempre con l’arbitro, fatti dare il fischietto e arbitra te”.
Le pagelle di Roma-Napoli: Karsdorp ferma Insigne, Koulibaly non fa passare nessuno
di
Marco Azzi
24 Ottobre 2021
Anche la Roma ha avuto il suo momento per rovesciare tutto. Ma anche Abraham ha fatalmente dissipato l’occasione che ha saputo crearsi tra le maglie della miglior difesa del campionato: i 3 gol presi in 9 partite sono la miglior notizia possibile, per il Napoli. L’errore impedisce alla Roma di riscattare davvero l’umiliante 1-6 norvegese. Il risultato ha prodotto intanto un’epurazione da parte di Mourinho, che ha spedito in tribuna cinque undicesimi della squadra schierata contro il Bodø giovedì, riempiendo la panchina di ragazzini della Primavera: le esclusioni di Kumbulla e Villar, Diawara e Mayoral, dell’acerbo Reynolds, sono i danni collaterali della sua guerra a quella mediocrità a cui la Roma si era abituata. Probabilmente non gli ultimi.
Ma un effetto è riuscito a ottenerlo lo Special. È riuscito a fermare la corsa sin qui inarrestabile del Napoli impedendogli di inseguire ancora il record di 10 vittorie nelle prime 10 giornate che detiene proprio la Roma: vincere uno scontro al vertice resta un tabù, ma per Mourinho lo 0-0 vale la 43ª partita in Serie A senza perdere in casa, tra l’Inter che fu e la Roma. Ciò che gli manca sono le alternative in campo: “Volete sapere che squadra gioca a Cagliari mercoledì? Ve lo dico: la stessa”. Nel pathos della serata, Mou ha litigato con Insigne (“Sei bravo, gioca e non lamentarti”, poi quello gli ha regalato la maglia), e spento la lite tra un cronista e l’addetto stampa. Chissà se ha sentito gli insopportabili cori ultrà contro i napoletani: ritornello abituale, regolarmente ignorato nelle relazioni della Procura federale.