MILANO – Resta alta la tensione sulla Manovra e in particolare sulle pensioni, dopo la fumata nera all’incontro tra il governo e i sindacati di ieri sera. L’esecutivo terrà nel pomeriggio una Cabina di regia per arrivare domani all’approvazione del testo, intanto le posizioni rispetto ai sindacati restano distanti.
“Non abbiamo notizie di incontri programmati. Noi restiamo fiduciosi che il governo, che ben conosce le nostre priorità e I contenuti delle nostre eleborazioni e rivendicazioni, torni sui propri passi, rifletta ragionevolmente e assicuri risposte condivise ai temi che abbiamo già presentato”, ha spiegato il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi con il premier Mario Draghi e i segretari generali di Ituc, Tuac, Ces, Cgil, Cisl, Uil in occasione di Labour 20 (L20), vertice promosso dalle organizzazioni sindacali dei Paesi del G20 incentrato sui temi del lavoro che non ha toccato di nuovo i temi della Manovra.
In occasione di L20, il premier ha voluto “ringraziare i sindacati italiani, che hanno mostrato grande senso di responsabilità nell’aiutarci a disegnare regole chiare per riaprire”. “Tra le questioni di maggiore rilevanza, c’è la pandemia di Covid-19 e, in particolare, le diseguaglianze nell’accesso ai vaccini. In Italia, in Europa e in altre economie avanzate, la campagna vaccinale ha raggiunto risultati molto soddisfacenti. Ma solo il 3,1 per cento dei cittadini nei Paesi a basso reddito ha ricevuto almeno una dose. Dobbiamo accelerare”.
E poi l’accenno alla tutela dei giovani: “Il multilateralismo non riguarda soltanto i governi, ma anche le parti sociali – ha detto Draghi – La riunione di oggi ne è la dimostrazione. Voi sindacati avete un ruolo molto importante da svolgere. La tutela dei più deboli, ovunque essi siano, ci unisce. Insieme, dobbiamo fare in modo che innovazione e produttività vadano di pari passo con equità e coesione sociale. E farlo pensando non solo ai lavoratori di oggi, ma anche a quelli di domani”.
Sui temi di stretta attualità della Manovra, Sbarra è tornato a spiegare: “Abbiamo detto che decideremo nei prossimi giorni unitariamente le iniziative di mobilitazione da mettere in campo a sostegno delle nostre proposte. L’obiettivo è una avere legge di stabilità attenta ai bisogni lavoro e alla necessità di restituire pezzi di prelievo fiscale si lavoratori e pensionati e sostenere insieme la riforma complessiva del sistema previdenziale e pensionistico”. E ancora: “Abbiamo bisogno di una manovra equa, sostenibile, attenta ai bisogni del lavoro, alla necessità di restituire pezzi di cuneo fiscale e di una riforma complessiva del sistema pensionistico italiano”.
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Posizione in linea con quanto riferito dal segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, che a Radio anch’io ha spiegato che l’incontro di ieri “è andato male e che Draghi “non sta combattendo le grandi disuguaglianze del Paese”. Il leader della Uil ha anche rispedito al mittente le critiche che sono giunte al fronte sindacale. In particolare, Matteo Renzi ha scritto su Facebook: “Che i sindacati attacchino il Governo sulle pensioni dimostra ancora una volta come parte dei dirigenti di questo Paese pensi solo a chi è già garantito e non ai giovani. Tanto il conto lo pagano sempre i nostri figli. Per me ha ragione Mario Draghi e non Maurizio Landini”. E Carlo Calenda ha twittato: “Se i sindacati organizzeranno una mobilitazione per le pensioni noi promuoveremo una mobilitazione per i giovani. A loro tocca pagare sempre il conto. E’ bene che si mobilitino e facciano sentire la loro voce”.
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Bombardieri ha detto: “Leggo tweet di chi spiega come si vogliono tutelare i giovani. Penso che ci vogliano tre minuti di vergogna dato che vengono da chi ha precarizzato il Paese”. E sulla stessa linea si è mosso il leader della Cgil, Maurizio Landini, al quale per altro Elsa Fornero ha scritto una lettera aperta su La Stampa invitando il sindacato a trovare soluzioni per i giovani. “Vorrei che fosse chiaro che noi ieri parlando con il governo” della manovra “siamo partiti dai giovani”. Dopo il L20, ha spiegato: “Questo significa cancellare le forme di lavoro precario. Questa ripresa che stiamo vivendo ha determinato posti di lavoro, se li metti insieme sono quasi un milione, tutti precari, con durate molto limitate. Questo è il tema, noi siamo partiti da lì. E avere un lavoro non precario vuol dire avere anche la pensione”.
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Il cantiere della legge di Bilancio resta dunque aperto. “Ci sono dei punti ancora aperti, come ovvio con una maggioranza così ampia, ci sono difficoltà su punti specifici su cui le differenze sono molto forti, le pensioni e anche il fisco. L’incontro di ieri credo anche sul fisco non sia stato soddisfacente, perchè il governo ha deciso di rimandare le scelte al parlamento, le opzioni sono molto aperte e i Sindacati sono rimasti insoddisfatti”, ha spiegato la sottosegretaria dell’Economia Maria Cecilia Guerra. “Anche sugli ammortizzatori i sindacati chiedono di saperne di più perchè 3 miliardi non sono conciliabili con quello che si era ipotizzato, l’estensione della cig, il potenziamento della naspi, bisognerà vedere meglio”, ha aggiunto.