Fermato l’arbitro Maresca: paga gli errori di Roma-Milan

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Per un paio di settimane, Roma-Milan resterà l’ultima partita diretta in Serie A da Fabio Maresca. L’arbitro di Roma-Milan non paga un solo errore, ma una gara gestita male dall’inizio, favorendo il nervosismo di tutti, senza arginare le proteste e anzi infilando indecisioni con un metro mai omogeneo. E sbagliando, soprattutto, nell’episodio chiave: il rigore con cui la squadra di Pioli ha portato il risultato sul 2-0 a inizio secondo tempo. Un rigore dato due volte, dal direttore di gara: a velocità normale, nonostante fosse vistosamente in ritardo sullo svolgimento dell’azione. E poi anche al video, dopo che il Var Mazzoleni lo aveva invitato alla review al monitor a bordo campo. Una chiamata, quella del video assistente, forse un po’ fuori dagli schemi. Ma un suggerimento utile, che gli avrebbe permesso di non segnalare il più classico dei “rigorini” invisi a chi – Rizzoli fino all’anno scorso e Rocchi adesso – dirige la classe arbitrale. 

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Un peccato di hybris, verrebbe da dire, visto che Maresca non ha accettato il suggerimento che gli era arrivato dalla cabina Var. Un suggerimento dettato proprio dall’interpretazione dei contrasti in area: non tutti i contatti sono falli, questa la linea che il designatore Rocchi sta promuovendo fin dall’estate. Ma la classe arbitrale sembra divisa in due: chi riceve e applica la linea e chi invece sembra prigioniero di un modo di arbitrare ormai vecchio, superato in Europa dove l’uniformità di giudizio vorrebbe riportare il rigore a ciò che era in origine, ossia la massima punizione. Limitando le segnalazioni su falli di mano palesemente involontari e i contrasti in cui non c’è eccesso di foga o un evidente danno procurato. Non a caso, forse, il weekend ha premiato giovani come Sacchi, Massimi e Marinelli. Chissà, forse lo stop a Maresca sarà solo la prima tappa di quello che, nel giro di un anno, potrebbe diventare un vero e proprio ricambio generazionale degli arbitri italiani. 

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