GLASGOW. In una prima giornata interlocutoria alla Cop26, con l’annuncio shock dell’India dell’azzeramento delle emissioni non prima del 2070, c’è però una buona notizia. Oltre 100 Paesi al mondo, tra cui la Cina e soprattutto il Brasile di Bolsonaro e dell’Amazzonia, si sono impegnati a fermare la deforestazione mondiale entro il 2030.
Modi rinvia al 2070 la fine delle emissioni Draghi: “No allo scontro”
dalla nostra inviata
Annalisa Cuzzocrea
01 Novembre 2021
L’annuncio, dopo tanto pessimismo, regala una nota finalmente positiva dalla COP26. Perché le foreste riducono l’impatto delle emissioni e quindi, con questo accordo, le limiteranno parzialmente. Anche perché i 100 Paesi che hanno sottoscritto l’intesa rappresentano l’85% della superficie forestale terrestre. “È un accordo cruciale”, commenta il primo ministro Boris Johnson, “per proteggere la natura. Abbiamo protetto i polmoni del mondo”.
Non solo. Altri 28 Paesi si sono impegnati a rimuovere la deforestazione in processi di produzione come l’olio di palma e la soia. Di certo il mondo non si salverà così, ma è il primo incoraggiante passo verso una importante co-operazione a livello ambientale, soprattutto poche ore dopo il preoccupante annuncio dell’India. Che sì ha promesso molta energia pulita (soprattutto solare) in più ma allo stesso tempo ha fissato l’azzeramento delle emissioni addirittura nel 2070.
Tuttavia, questa notizia dimostra che si può fare molto di più per l’ambiente. La affollatissima Cop26 durerà ancora per due settimane: il margine per salvare il pianeta c’è ancora. Basta solo impegnarsi.