Lega, Salvini sfida Giorgetti. Conta nel Carroccio e patto Ue con le destre

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ROMA – E ora Matteo Salvini va alla conta. Irritato, anzi adirato per l’ultimo attacco in Super8 di Giancarlo Giorgetti – che l’ha paragonato a Bud Spencer – il segretario della Lega lancia finalmente il congresso tanto richiesto per legittimare la propria linea. Non sarà un congresso vero e proprio, quello dell’11 e 12 dicembre a Roma, ma un “congresso delle idee”, un’assemblea programmatica aperta a parlamentati nazionali ed europei, ministri, governatori. Ma sarà lì che il Capitano indicherà la direzione di marcia del partito e verificherà il consenso attorno a lui.

Quando Letta e Salvini si incontrarono in segreto. “Ora collaborare è difficile”

di

Bruno Vespa

03 Novembre 2021

Già oggi pomeriggio l’antipasto fortemente voluto da Salvini, un’immediata pronuncia del consiglio federale, il parlamentino del Carroccio convocato a tempo di record affinché il leader possa dire sostanzialmente una cosa: “La linea la do io. E nella Lega ognuno è da sempre abituato a stare al proprio posto”.

Salvini, schiaffo a Giorgetti: decolla il nuovo gruppo europeo della Destra

di

Emanuele Lauria

03 Novembre 2021

Un messaggio consegnato direttamente a Giorgetti, un avviso che sarà sostenuto dalla maggioranza dei rappresentanti nel consiglio, fedeli a Salvini e irritati come e più di lui. Difficile che l’evento non venga interpretato come un “processo” al ministro dello Sviluppo economico, malgrado l’interessato abbia già chiarito telefonicamente a Salvini che le sue frasi sulla condotta ondivaga del segretario, riportate nell’ultimo libro di Bruno Vespa, siano state estrapolate da un contesto più ampio.

Ma le distanze rimangono e Giorgetti non è tipo da trincerarsi dietro distingio e rettifiche di dichiarazioni “fuori contesto”.

Assenze in Senato: Renzi ha saltato il 40,83% delle votazioni. Salvini (in missione) il 94,47%

di

Silvio Buzzanca

03 Novembre 2021

Difenderà l’esigenza di mantenere la barra sull’europeismo e su un sostegno convinto al governo Draghi. D’altronde, è nello stesso libro di Vespa che il ministro spiega come ha convinto il premier sull’affidabilità di Salvini e come ha superato le resistenze del segretario di fronte alla prospettiva di andare al governo: “Ho detto subito a Draghi: guarda che Salvini non è più quello delle felpe, delle intemerate televisive, o quello che ti raccontano. Devi vederlo, devi parlarci, devi abbracciarlo… Ho spiegato a Salvini che Draghi è una polizza sulla vita: se esci in anticipo sulla scadenza paghi un prezzo altissimo. E se Salvini gioca bene la partita con Draghi – dice Giorgetti – Giorgia Meloni finisce in un binario morto”.

Nella Lega è resa dei conti: Salvini convoca i dirigenti

di

Emanuele Lauria

02 Novembre 2021

In realtà, Fdi continua a crescere e la Lega nei sondaggi è diventato terzo partito: “Il senso del nostro ingresso nel governo è diventare una forza politica legittimata a livello internazionale. Ci sono alti e bassi – la teoria del ministro – ma l’investimento è a lungo termine: ti rende poco ma non perdi il capitale”.

Questa la prospettiva di Giorgetti, che vorrebbe la Lega nel Ppe. Ma questa “mozione” è bocciata dal segretario, che ieri ha incontrato in videoconferenza due premier sovranisti, l’ungherese Viktor Orbán e il polacco Mateusz Morawiecki, col chiaro obiettivo di giungere in breve tempo alla costituzione di un gruppo delle Destre.

Lega e scontro Salvini-Giorgetti, Claudio Borghi: “Io sto con Bud Spencer, contro la palude politica servono i cazzotti”

di

Concetto Vecchio

02 Novembre 2021

Un’operazione che è in cantiere da tempo e che un eurodeputato di FdI legge così: “Con un solo cazzotto Salvini vuole stendere Giorgia e Giorgetti”. Dove Giorgia, ovviamente, sta per Giorgia Meloni, presidente dei Conservatori il cui gruppo sarebbe fortemente indebolito, se non fatto saltare, dall’addio di 27 deputati polacchi del Pis. L’alternativa, per Meloni, sarebbe piegarsi all’adesione a un gruppo unico per il quale non ha mai fatto il tifo o accettare invece – ipotesi non da escludere – il progetto di una federazione fra Conservatori e Id, il gruppo dove trova dimora la Lega ma anche Marine Le Pen.

Quirinale, Salvini, Meloni, Conte: lo strano trio che vuole Draghi presidente

di

Concetto Vecchio

02 Novembre 2021

L’iniziativa non potrà che chiudersi – in un senso o nell’altro – entro gennaio, con ragionevole anticipo rispetto alla scadenza di metà legislatura, alla quale si rinnovano le cariche istituzionali, a partire del presidente del Parlamento. Ma il blocco dei sovranisti, contestato dal Pd (“un’unione fra disperati in declino”, dice il capodelegazione Brando Benifei) allontana la Lega dalla rotta del governo Draghi. Poco importa, agli ultras del segretario che a Giorgetti rimproverano fini personali (“Vuole mandare Mario Draghi al Quirinale per fare lui il premier”, è la vulgata ricorrente da mesi) più che un improbabile tentativo di scalata alla leadership.

I sospetti che il titolare del Mise giochi una sua partita sono poi rinfocolati dalla cena con Luigi Di Maio, in cui ufficialmente si è parlato del G20 ma si sarebbe affrontato anche l’argomento Colle.

Quirinale, Giorgetti: “Draghi potrebbe guidare il convoglio anche dal Colle”. Conte: “No a semipresidenzialismo de facto”

02 Novembre 2021

Salvini, in questo quadro, tenta di riprendersi le redini del partito mettendo ai voti del congresso sui generis previsto per dicembre un programma scritto attorno a suoi cavalli di battaglia come lotta all’immigrazione clandestina, taglio delle tasse e no alla Fornero. Sarà forse il momento in cui le due Leghe – quella di lotta e quella di governo – divrerranno una. Con effetti tutti da appurare sulla stabilità dell’esecutivo e sull’elezione del nuovo Capo dello Stato. Oggi, intanto, la prima verifica.
 

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