L’amministrazione di Joe Biden ha pubblicato circa 1.500 pagine di documenti finora rimasti segreti sull’assassinio di John Fitzgerald Kennedy nel 1963, carte che gli storici sperano possano far luce sulla morte dell’ex presidente Usa. E alcune di queste rispolverano la presunta pista sovietica, partendo da alcuni dettagli dell’incontro tra il killer Lee Harvey Oswald e un agente del Kgb Sono circa 10 mila le pagine che il Congresso ha chiesto di desecretare già nel 1992. La prossima scadenza fissata da Biden è il 15 dicembre 2022, quando i documenti rimanenti verranno sottoposti ad una rigorosa revisione e quindi pubblicati.
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Secondo le prime anticipazioni dei media, nelle carte diffuse dagli Archivi Nazionali ci sono appunti di agenti della Cia subito dopo la sparatoria. Ma soprattutto emergono indicazioni interessanti sulla presunta pista sovietica, con dettagli sull’incontro tra il killer Lee Harvey Oswald e un agente del KGB il 29 settembre 1963, due mesi prima dell’assassinio, a Città del Messico.
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Spunta anche un memo che parla di telefonate anonime all’ambasciata degli Stati Uniti a Canberra, in Australia, un anno prima della sparatoria, dove la persona che ha effettuato la chiamate affermerebbe come il governo sovietico stesse tramando per uccidere Kennedy. Un’altra telefonata sarebbe stata fatta il 24 novembre, due giorni dopo l’omicidio, sostenendo come dietro all’assassinio ci fosse Mosca. La moglie di Oswald, Marina, che era russa, è menzionata in tutti i file.
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