Covid Italia, il bollettino del 18 maggio 2022: 30.408 nuovi casi, 136 morti e tasso di positivià scende all’11,5%

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Fiaso, raddoppia discesa ricoveri, -14,9% in ultimi 7 giorni

La curva dei ricoveri Covid accelera la discesa. Nella settimana, 10-17 maggio, il numero totale dei pazienti ricoverati, sia nei reparti ordinari sia nelle terapie intensive, si è ridotto del 14,9%: una diminuzione doppia rispetto a quella registrata nel periodo 3-10 maggio quando il calo si era attestato al 7,5%. È quanto emerge dalla rilevazione degli ospedali sentinella della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere. L’ultimo report evidenzia come si siano ridotti del 15% i casi nei reparti ordinari e del 14,8% i pazienti nelle rianimazioni. Si assiste dunque a un miglioramento della situazione negli ospedali con la stessa proporzione sia nelle malattie infettive sia nelle aree critiche.
Anche i reparti di terapia intensiva, nei quali la scorsa settimana c’era stato un piccolo incremento, vedono ridursi il numero dei ricoverati. A incidere sul calo, tuttavia, sono i casi Con Covid mentre la presenza dei pazienti Per Covid, con sindromi respiratorie e polmonari, rimane stabile.

Ricoveri pediatrici in calo

Continua il calo anche dei ricoveri pediatrici Covid-19. Nella rilevazione del 17 maggio, nei quattro ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria degli ospedali aderenti alla rete sentinella Fiaso, la Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, si osserva una riduzione dei pazienti Covid pari al 15,9%. I bambini fino a 4 anni sono ancora la maggioranza dei ricoverati, ovvero il 65% dei pazienti (il 16% ha tra 0 e 6 mesi); tra 5 e 11 anni il 19% dei ricoverati, mentre il 16% ha tra 12 e 18 anni.

Ok dell’Oms a quarta dose per sanitari e fragili. No per giovani: beneficio minimo

L’Organizzazione Mondiale della Sanità si è espressa a favore della somministrazione della quarta dose di vaccino contro Covid-19 alle categorie che, per lavoro o condizioni di particolare fragilità, sono a maggior rischio: gli operatori sanitari, le persone con più di 60 anni e quelle immunodepresse. La presa di posizione dell’Oms si basa sull’analisi degli studi disponibili fino a oggi sull’efficacia della quarta dose. Più complesso il caso delle altre fasce della popolazione, dal momento che gli studi disponibili a oggi sono di breve durata e riguardano solo i vaccini a mRNA. Nonostante ciò, l’Oms ha ritenuto che sussistono “benefici a breve termine di una dose aggiuntiva di richiamo del vaccino mRNA negli operatori sanitari, nelle persone di età superiore ai 60 anni o con condizioni di immunocompromissione”. Al contrario, “i dati a supporto di una dose aggiuntiva per le popolazioni sane più giovani sono limitati; dati preliminari suggeriscono che nei giovani il beneficio è minimo”.

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