Il Cremlino rimuove i generali accusati delle sconfitte in Ucraina

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Una purga di generali, per punirli dei fallimenti nell’invasione dell’Ucraina. Decisa personalmente da Vladimir Putin, furioso per come sta andando la guerra. Nelle prime settimane del conflitto, quando diventò evidente che le truppe russe non riuscivano a conquistare Kiev e che la resistenza era più forte del previsto, il presidente licenziò un paio di capi dell’intelligence, a suo giudizio colpevoli di non averlo bene informato sulla capacità del nemico.

Adesso Putin se la prende con i militari. Secondo indiscrezioni diffuse dai servizi segreti ucraini, poi confermate dall’intelligence britannica e infine almeno in parte anche dal Pentagono, il capo del Cremlino ha sospeso il generale Sergej Kisel, comandante delle forze corazzate del distretto occidentale, accusato del fallimentare ritiro da Kharkiv, seconda maggiore città ucraina: sarebbe stato destituito o addirittura arrestato. Costretto a dimettersi anche l’ammiraglio Igor Osipov, comandante in capo della flotta del Mar Nero, capro espiatorio dell’umiliante affondamento dell’incrociatore Moskva, colpito da un missile di Kiev secondo la versione ucraina e occidentale, vittima di un incendio casuale secondo Mosca.

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Altre fonti, ricavate da conversazioni sulla chat line dell’esercito su Telegram ma non ancora confermate dall’intelligence di Londra e di Washington, sostengono che la lista degli alti ufficiali defenestrati in questi giorni è più lunga: comprenderebbe anche il generale Vladislav Ershov, comandante della Sesta armata; il generale Arkadij Marzoev, comandante della Ventiduesima Armata; il vice-ammiraglio Sergej Pinchuk, messo sotto inchiesta; e il vicecomandante del generale Kisel, anch’egli coinvolto nella sconfitta di Kharkiv.

Lo spionaggio britannico aggiunge che traballa pure la poltrona di Valerij Gerasimov, il capo di stato maggiore delle forze armate russe: dato per estromesso già nei giorni scorsi, assente alla parata militare sulla Piazza Rossa del 9 maggio, ricomparso a sorpresa giovedì nella telefonata con il suo omologo americano, il generale Mark Milley, avrebbe “perso la fiducia di Putin”, dicono gli 007 di Sua Maestà, sebbene sia possibile che gli venga data un’altra chance.

Se si aggiunge che una dozzina di generali russi sono stati uccisi in battaglia, l’invasione dell’Ucraina è stata una disfatta per i militari di Mosca con le stellette sulla divisa.

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