Cosa lega personalità come Massimo Bottura, Marcell Jacobs, all’apparenza così distanti tra loro? La tenacia, un fil rouge che unisce questi numeri uno della cucina e dello sport nostrani. Nella vita così come nel lavoro, la tenacia e la determinazione sono fondamentali per raggiungere sogni ed obiettivi, sia per un cuoco stellato che per un campione olimpico e un’azienda leader nel settore della pasta. Una tenacia dettata dalla tradizione e dalla speranza per un futuro migliore è quella di Bottura, che ha investito in progetti di cucina sociale e culturale, creando un laboratorio di paste fatte in casa per ragazzi con sindrome genetica a Modena, rimettendo al centro i giovani e le nonne, con le loro ricette tradizionali ma sempre attuali.
“In Emila se non credi in Dio, credi nel Tortellino”, scherza lo chef, che aggiunge: “Un cuoco nel 2022 è più delle sue ricette, deve trasmettere cultura e conoscenze, investendo in progetti sociali con tenacia e determinazione, perché la rivoluzione siamo noi”. Un trait d’union quello della tenacia che accompagna anche la vita d’atleta di Jacobs: “La tenacia è aprire il cassetto dei sogni che avevamo da bambini e seguirli con tutte le nostre forze”. Una determinazione feroce, che lo ha portato a cambiare in 2 anni a vincere una medaglia d’oro alle Olimpiadi battendo tutti i record, la stessa che ha portato la Molisana a sceglierlo come testimonial.
Un binomio basato sulla condivisione di valori, come ribadisce l’amministratrice Rossella Ferro: “Con Marcell ci siamo incrociati per caso, anche se la pasta è un elemento imprescindibile nella dieta di un atleta. Cercavamo un testimonial autentico, che rispecchiasse i nostri valori. La nostra tenacia è quella di un’azienda che cerca di valorizzare il suo territorio piccolo in uno scenario grande come quello nazionale. Il nostro è un sogno di un mugnaio che vuole diventare pastaio, investendo e ampliando una realtà territoriale con costanza e determinazione”. Un successo costruito con il tempo e non con la velocità, che premia il lavoro di squadra e non i singoli. Un successo che si basa anche nell’ossessione quasi maniacale per i dettagli: mettere far emergere il prodotto prima della tecnica, concentrarsi su come migliorare in allenamento e non sui record da battere, scegliere la sostenibilità e la qualità del grano per un piatto di pasta. Il tutto equilibrato da una buona dieta mediterranea, come consiglia il nutrizionista di fama mondiale Giovanni Calabrese. Ecco la ricetta vincente per essere un numero uno.