Morto Tony Bennett, l’ultimo crooner d’America

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È morto Tony Bennett, 96 anni, era l’ultimo crooner americano. Nella sua lunga carriera ha vinto, tra gli altri premi, 20 Grammy Awards e ha realizzato 100 album.

Colpito nel 2016 dal morbo di Alzheimer, Bennett aveva  continuato a esibirsi e registrare nonostante la sua malattia: la sua ultima esibizione pubblica nell’agosto di quell’anno, quando apparve con Lady Gaga al Radio City Music Hall in uno spettacolo intitolato One Last Time.

(ansa)

Una vita in musica

La carriera di oltre 70 anni di Bennett è stata notevole non solo per la sua longevità, ma anche per la sua costanza. Bennett è considerato una delle voci più distintive e influenti della musica pop e jazz del XX secolo, una sorta di custode della classica canzone popolare americana. Dopo la morte di Dean Martin, Frank Sinatra e Perry Como, era considerato l’ultimo grande crooner americano.

Era nato a New York il 3 agosto 1926 da una famiglia di origini italiane: Anthony Benedetto (il suo vero nome) era uno dei tre figli di John Benedetto, un negoziante che nel 1906 era emigrato negli Stati Uniti da Podàrgoni, vicino a Reggio Calabria, e di Anna Suraci, una sarta che era nata negli Stati Uniti subito dopo l’emigrazione dei suoi genitori, anch’essi reggini, avvenuta nel 1899.

La carriera

La sua carriera musicale è iniziata negli anni 50. Dotato grande padronanza tecnica e una voce calda e affascinante che gli ha permesso di spaziare tra vari generi musicali, dal jazz al pop, vanta tra i suoi più grandi successi canzoni come I Left My Heart in San Francisco, Fly Me to the Moon, The Good Life e Steppin’ Out with My Baby. Ha inciso più di 70 album  e molte delle sue interpretazioni diventate vere e proprie icone della musica americana.

A differenza del suo idolo, Frank Sinatra, Bennett era troppo giovane per far parte della prima ondata del Great American Songbook negli anni precedenti la Seconda Guerra Mondiale. Raggiunse il successo nazionale nei primi anni 50, ma fu una canzone pop che lo trasformò in una superstar nel 1962: I Left My Heart in San Francisco, che divenne uno standard duraturo del ventesimo secolo ma finì per eclissare la popolarità del cantante che rese celebre il brano.

Bennett non ebbe un buon periodo negli anni 60, a causa delle case discografiche che cercarono di modernizzare il suo suono. Ebbe invece un periodo artisticamente fruttuoso negli anni 70 quando con la sua etichetta indipendente Improv registrò alcuni album con il pianista Bill Evans che gli diedero credibilità nel campo del jazz.

Dopo un periodo di difficoltà negli anni 80, tornò sotto i riflettori negli anni 90, quando l’album Perfectly Frank (1992), un tributo a Frank Sinatra, raggiunse la vetta delle classifiche jazz di Billboard e ottenne il disco d’oro. La svolta di Bennett nel mainstream pop culminò con MTV Unplugged del 1994, cui parteciparono come ospiti Elvis Costello e k.d. lang, un successo inaspettato che ottenne il Grammy per l’Album dell’Anno. Negli anni successivi Bennett mantenne il suo pubblico e lo ampliò attraverso una serie di duetti con star diverse come Lady Gaga e Diana Krall.

Le collaborazioni

Una delle caratteristiche distintive di Tony Bennett è la sua capacità di collaborare con artisti di diverse generazioni e generi musicali. Nel corso della sua carriera, ha duettato con molti altri grandi nomi della musica, tra cui Lady Gaga, Frank Sinatra, Amy Winehouse e Michael Bublé, solo per citarne alcuni.

Tra le collaborazioni più riuscite, quelle con Lady Gaga. Nel 2014, i due hanno registrato l’album Cheek to Cheek, dedicato al repertorio del jazz classico. Il progetto è stato un grande successo premiato con un Grammy Award nella categoria “Best Traditional Pop Vocal Album”. 

Notevole anche il duetto per il brano Body and Soul con Amy Winehouse, realizzatopoco tempo prima della prematura scomparsa della cantante nel 2011, che ha ricevuto un Grammy Award come “Best Pop Duo/Group Performance”.

Con Bocelli e McCartney

Tra le altre collaborazioni, registrate per la serie di album Duets, quelle con il crooner canadese Michael Bublé, con il quale ha duettato su alcuni classici del jazz e dello swing, con Paul McCartney per The Very Thought of You, con Andrea Bocelli per Stranger in Paradise fuso con Core ‘ngrato nell’album Duets II e con Stevie Wonder presente in Duets: An American Classic del 2006 con For Once in My Life.

Nel 2016 Tony Bennett ha festeggiato il suo novantesimo compleanno con un concerto al Radio City Music Hall che ha visto la partecipazione di molte stelle della musica come k.d. lang, Lady Gaga, Michael Bublé e Andrea Bocelli. Ne è scaturito il live intitolato Tony Bennett Celebrates 90. Seguito, nel 2018, da Love Is Here to Stay, un album tributo a Gershwin con Diana Krall.

Tony Bennet, l’annuncio della famiglia: “Ha l’Alzheimer”

01 Febbraio 2021

Nel 2021 l’annuncio della malattia

All’inizio del 2021, Bennett ha rivelato alla rivista AARP che gli è stata diagnosticata la malattia di Alzheimer nel 2016. Costretto a smettere anche a causa della pandemia di COVID-19 il cantante ha deciso che era giunto il momento di ritirarsi. Cosa accaduta ad di agosto 2021, dopo due concerti al Radio City Music Hall. A ottobre ha pubblicato Love for Sale, il suo secondo di duetti con Lady Gaga.

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