Nubifragio vicino a Cremona, maxi-grandinata e blackout : decine di alberi caduti, vento a 80 km/h. Quaranta minuti da incubo’

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Non si arresta la violenta ondata di maltempo che negli ultimi giorni ha investito la Lombardia: la scorsa notte la provincia più bersagliata è stata quella di Cremona, dove vento e grandine (con chicchi grandi come palline da tennis) hanno causato ingenti danni. Qualche ora dopo la tempesta si registrano decine di alberi sradicati e crollati sulle auto, allagamenti, cartelli divelti, blackout, vento a 80 chilometri all’ora, decine di vetture danneggiate e alcuni centri abitati sono tuttora irraggiungibili proprio a causa dalle piante cadute sulle strade.

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I residenti hanno parlato di 40 minuti da incubo, fra l’1.30 e le 2.10 della notte scorsa nell’alto Cremasco, in provincia di Cremona. Dieci i paesi colpiti. Vigili del fuoco e Protezione civile hanno lavorato al massimo degli organici, con i sindaci dei comuni coinvolti in prima linea. Pesanti i danni alle strutture e all’agricoltura. Sono stati colpiti da grossi chicchi di ghiaccio soprattutto i comuni di Pescarolo, San Lorenzo De’ Picenardi, Ostiano, Gadesco, Cicognolo, Cappella de’ Picenardi e Piadena Drizzona. Su Persico Dosimo si è invece riversata una ‘bomba d’acqua’ che ha creato non pochi disagi soprattutto alla circolazione. Restando nel Cremonese, a Rivolta d’Adda lo schermo della rassegna ‘Cinema e stelle’ in corso è stato distrutto dalle ‘bocce’ di grandine piombate ieri sera sul paese.

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Tetti bucati, alberi piegati dal vento impetuoso, lucernari distrutti: nella zona è successo di tutto e anche lo schermo è stato disintegrato dai ghiacci. “Grandine, vento, tempesta si son portati via la festa, ma lunedì tornerà. Se qualcuno avesse schermi usati da buttare ce lo faccia sapere”: Paola Corti, che gestisce il cinema Beltrade di Milano ed è curatrice dell’evento in collaborazione con il Comune di Rivolta d’Adda, ha chiesto aiuto sulla sua pagina Facebook, spiegando la sua idea per trasformare il piccolo disastro in un’opportunità di aiuto a chi ha bisogno con l’aiuto di qualche generoso romantico del grande schermo. “Probabilmente metteremo a disposizione a offerta libera pezzettini di schermo e il ricavato sarà donato a delle persone che si occupano di dare cibo e vestiti a chi arriva in Italia dalla rotta balcanica” ha scritto. Nei giorni scorsi ci sono state trombe d’aria, vento, grandine, allagamenti, tetti scoperchiati e alberi caduti: oltre a causare danni e disagi, il maltempo abbattutosi dal 20 luglio sul Milanese e in altre zone della Lombardia ha devastato diverse strutture agricole e raccolti come mais e soia e strutture agricole.

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Nell’area metropolitana i chicchi di ghiaccio uniti a vortici di forte vento hanno colpito un’ampia fascia di comuni tra la periferia est del capoluogo lombardo e i confini con la bassa Bergamasca. Completamente distrutte le coltivazioni in campo, dal mais pronto per essere raccolto alla soia. Secondo le prime stime le tempeste di ghiaccio hanno flagellato centinaia di ettari oltre a scoperchiare i tetti delle cascine, delle stalle e dei capannoni. ”Io in 60 anni non avevo mai visto niente del genere – dichiara Cesare Mascheroni, agricoltore di Melzo – Qui intorno è un vero disastro: nei campi non si è salvato nulla. Quest’anno avevo deciso di non coltivare riso e ho puntato sulla soia: non ne è rimasta in piedi nemmeno una pianta”. I testimoni raccontano che ”grandine e vento forte sono durati forse una quindicina di minuti – racconta Maria Antonia Ceriani, che gestisce un’azienda agricola con agriturismo e fattoria didattica a Truccazzano – La tempesta ha scoperchiato il tetto della stalla e ha sradicato piante secolari e da frutta. Il mais è tutto a terra e il labirinto di girasoli che avevo realizzato per i bambini non esiste più”.

Una situazione particolarmente grave perché, come sottolinea Alessandro Rota, presidente della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza, “in altre occasioni se la tempesta si portava via il foraggio potevi rivolgerti al vicino che non era stato coinvolto, ma stavolta a vari livelli sono stati più o meno coinvolti tutti. Con le amministrazioni locali e le istituzioni come Coldiretti stiamo valutando la richiesta urgente di calamità naturale per far fronte ai danni ingenti subiti”. Anche Coldiretti Bergamo sta raccogliendo le segnalazioni dei propri associati: nella zona di Gandino, per esempio, i chicchi di ghiaccio hanno distrutto il mais in campo. “È stato un attimo – racconta Adriano Galizzi, agricoltore di Leffe – Il vento forte e la grandine si sono abbattuti sui campi di mais e dopo il loro passaggio sono rimaste solo piante devastate”. La grandine ha colpito anche la Valle Brembana, triturando l’erba nei pascoli “Prima che arrivasse la grandine – spiega Andrea Oberti, allevatore di Bracca – in campo c’era un secondo taglio di erba rigoglioso, ora è rimasto poco o nulla”. Il maltempo ha interessato anche la campagna nella zona di Treviglio e Romano di Lombardia, dove i campi di mais sono stati piegati dalla furia del vento e da alcune raffiche di grandine. Lo scoramento è generale, dato che il mais era quasi pronto per essere trinciato. “In pochi minuti la pioggia è caduta in modo copioso – dice Davide Facchinetti, allevatore di Treviglio – e in un attimo ha allagato le corsie di alimentazione delle stalla trascinando via la razione alimentare dei bovini”. Chicchi di grandine grossi come palline da golf hanno colpito e danneggiato anche gli ulivi nella zona del Sebino, compromettendo il raccolto dell’annata. Spostandosi in Brianza, a Seregno – dove ieri una violentissima grandinata ha trasformato le strade in fiumi di ghiaccio – è stata danneggiata anche la maxi opera realizzata dallo street artist Cristian Sonda nel sottopasso pedonale tra via Solferino e via Magenta, ispirata al libro “La Freccia Azzurra” di Gianni Rodari. “Due anni di duro lavoro distrutto in 20 minuti dalla grandine e da fiumi d’acqua e fango – ha scritto Sonda sui social – Speriamo che sia possibile in qualche modo recuperare il ciclo di immagini ed il percorso della Freccia Azzurra. Uno dei miei lavori più importanti”. Il sindaco di Seregno, Alberto Rossi, spiega che “dopo molte ore, una parte del ghiaccio è stata rimossa. Ci sono danni ingenti e rimane ancora molto da rimuovere, oltre alla necessità di pulire accuratamente detriti e materiali depositatisi sul pavimento e, purtroppo, sulle pareti del murale di Cristian Sonda – si legge nel post affidato a Facebook per informare la cittadinanza – I lavori di ripristino richiederanno verosimilmente alcuni giorni: fino ad allora, purtroppo, il sottopasso non sarà agibile. Da un primo sommario esame, gli ascensori hanno subito i danni più importanti, che saranno valutati con più attenzione la prossima settimana quando riapriremo, ma lì i tempi di sistemazione saranno molto più lunghi”. Secondo il Servizio meteo di Seregno, in città caduti 55 millimetri d’acqua in 30 minuti, con raffiche di vento a 70 km orari e grandine con chicchi di quattro centimetri: “Chicchi così grossi otturano i tombini e le fognature (che già non avrebbero retto alla precipitazione così abbondante caduta in poco tempo) e hanno enfatizzato i fiumi in piena per le vie del centro. Una questione che va bene oltre la manutenzione di un tombino, quindi – commenta il sindaco Rossi – Abbiamo purtroppo vissuto un evento atmosferico di una potenza davvero eccezionale, e non solo a Seregno ma in buona parte della Brianza”.

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