Il Milan con il Sassuolo non ha sbagliato e ha vinto uno scudetto strameritato. Secondo me è strabiliante la somiglianza con la Juventus di Lippi, dove i gregari determinavano le partite nelle quali venivano chiamati in causa. Chi ne ha giocate 5, chi 7, chi 11. Hanno inciso, e va tenuto presente che giocare bene quando si gioca poco è più difficile. Il primo è Giroud, che ha dimostrato di non poter essere titolare di una squadra di altissimo livello, ma è stato determinante in almeno il 90% delle gare giocate, compresa quella di Reggio Emilia. E cito anche i Calabria, i Florenzi, i Krunic, i Bennacer (tra l’altro è stato infortunato). Gente che quando è stata impiegata ha giocato benissimo. Brahim Diaz è un altro esempio: partendo da titolare ha combinato poco o niente, ma entrando in corso d’opera ha spesso cambiato le partite. Tatarusanu, altro esempio: quando Maignan si è infortunato, ha fatto un errore a Firenze, ma ha reagito e ha tenuto un mese alla grande, anche psicologicamente. E lo stesso Ibra (anche se qui parlare di gregario non si può davvero) quando è entrato a Roma con la Lazio è stato decisivo in cinque minuti. Poi ovviamente ci sono stati i titolari inamovibili: Tonali ha fatto il salto di qualità, i centrali difensivi sono stati perfetti, Leao e Theo – anche se a volte hanno un atteggiamento di sufficienza che non mi piace – sono stati straripanti, tecnicamente e fisicamente.
Tutte queste componenti fanno una squadra da scudetto. E qui vengo all’importanza di Pioli: ha sbagliato meno degli altri, e quando sbaglia poco un tecnico ha già fatto il massimo. Lui però ci ha messo qualcosa di più perché ha ricostruito l’appartenenza: le parole sono belle, puoi essere un comunicatore, ma è la credibilità delle vittorie che fa la differenza. Straordinario l’apporto di Maldini e Massara. La più importante mossa: hanno convinto l’dd Gazidis a lasciar perdere Rangnick, ad ascoltarli e affidare la gestione tecnica a Pioli. Maldini e Massara sono persone normali. Maldini poi, la semplicità dei grandi che aveva in campo l’ha trasportata fuori. Spesso inquadrato durante le partite resta sempre educato e corretto, da sportivo che ha grande responsabilità. La società del resto ha dato segnali importanti: non avere aderito alle richieste di Donnarumma ha valore per la vittoria dello scudetto, quella presa di posizione ha portato qualche punto. Perché i valori ancora contano qualcosa. Se il mio capo si comporta così io mi devo comportare di conseguenza, e in campo do di più.