Entrata a Fiumicino senza controlli. Basta autocertificazione. La denuncia

Gli italiani non possono neanche spostarsi nel paese vicino ma c’è chi entra a Fiumicino dall’Ecuador senza alcun controllo. E non è un caso isolato.

Milioni di italiani non possono spostarsi da un Comune all’altro per il Covid (e ci siamo passati tutti entrando in zona arancione o rossa) ma chi proviene da un Paese estero se la cava con un’autocertificazione e va dove gli pare. E’ la “denuncia” dell’avvocato Fabrizio Bonanni Saraceno dell’associazione ‘Roma Futura’, che si è occupato di un caso di Fiumicino che non sembra affatto isolato.
Ricapitolando, semplificando: nel nostro Paese vige il rompicapo di dover sapere ogni mattino in che zona si è e gli spostamenti sono limitati a seconda dell’aumento del contagio. Se il parametro sale ci si può spostare meno e in zona arancione e rossa non si può, se non per motivi straordinari, neanche nel Comune vicino. Negli ultimi mesi gli scienziati hanno posto anche l’attenzione sulle varianti di Covid-19, prima l’inglese, poi la brasiliana e la sudafricana che aumentano la capacità di contagio o mutano il tipo di infezione rendendola più difficile da combattere. Per questo ad esempio Israele, che sta facendo i conti con la terza ondata, impedisce l’ingresso ai voli, principale modalità di accesso estero. Attenzione, non di obbligare al tampone e la quarantena a chi vuol entrare in Israele: non si può proprio entrare. E guadando tv e giornali si immagina, che una prassi vicina per limitare i contatti, come fare il tampone, ricevere un controllo o l’obbligo di quarantena, viga anche in Italia. Non a caso a metà gennaio il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un’ordinanza che blocca i voli in arrivo dal Brasile e vieta l’ingresso di chi negli ultimi 14 giorni sia transitato da quel Paese.

Ma accade davvero? Non sembra proprio. “Ne ho la prova certa”, racconta ad Affari l’avvocato Bonanni Saraceno, “c’è una signora che lavora per una mia parente che ne è la prova. E la signora A.R. rientrata in Italia, a Roma, il 21 gennaio dall’Ecuador dove si era recata a dicembre. Prima di partire il 18 gennaio aveva effettuato un tampone con esito negativo. Sul volo di rientro in Italia però le è stato solo chiesto di compilare un foglio che ha riconsegnato compilato e firmato. Andiamo sulla fiducia. Foglio che la signora neanche ha compreso totalmente conoscendo la lingua italiana in modo limitato. All’arrivo a Fiumicino non le è stato detto nulla circa l’obbligo di sottoporsi a nuovo tampone e/o a quarantena fiduciaria. Zero. E’ finita lì. Ora mi chiedo che senso abbia distruggere l’economia e le libertà degli italiani con queste restrizioni, in nome della pandemia, e poi essere a dir poco superficiali quando si deve controllare persone provenienti da Paesi potenzialmente pericolosi per la diffusione del Covid. Le persone entrano senza alcun tipo di controllo. Un mio conoscente è stato in Tailandia e gli hanno imposto quarantena e tampone”.

Ma è un caso eccezionale? (chiediamo)

“A me risulta accada spesso. Ad esempio anche la madre della signora è entrata nello stesso modo, senza alcun controllo”.

Leggendo le disposizioni, in applicazione delle norme volute dal governo, riassunte sul sito di Aeroporti di Roma, la società che gestisce gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino e più grande operatore italiano del settore, ci si può fare un’idea. Intanto se si proviene da un Paese fuori area Schenghen basta fare scalo, come è stato il caso della signora ecuadoriana, in un Paese di area Schenghen. Per tutti costoro “si applica l’obbligo di sottoporsi a test molecolare o antigenico, effettuato per mezzo di tampone e risultato negativo nelle 48 ore antecedenti all’ingresso nel territorio nazionale. In caso di mancata presentazione della prescritta attestazione di test antigenico o molecolare si applica l’obbligo di quarantena di 14 giorni”.

Ma come si esercita questo obbligo? I controlli avvengono davvero? Dal racconto dell’avvocato Bonanni Saraceno sembra proprio di no. Alla riga successiva Aeroporti di Roma spiega: “Rimane l’obbligo di compilare l’autodichiarazione per l’ingresso in Italia dall’estero”. Ed è quello che è stato chiesto alla signora entrata senza verifiche di sorta in Italia.

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